È vero che i cataloghi nascono sotto una lampada?

20180828_094812

Una volta stampato, quando fa bella mostra di sé sul bancone del distributore o nella libreria di un progettista un catalogo nuovo è soprattutto qualcosa di finito, di completo. Se ben fatto, quando lo consulti lo trovi organizzato, solido, semplice da utilizzare. Ed è così che deve essere: uno strumento di lavoro a supporto di chi deve scegliere un tipo di illuminazione, i relativi prodotti, le caratteristiche tecniche e di utilizzo. Tutto all’apparenza molto semplice. In realtà, “produrre” un nuovo catalogo è un lavoro tosto. Anche appassionante, a volte divertente ma – davvero – non facile, perché non si tratta solo di mandarlo in stampa.

Copertina Catalogo Tech19 Rossini Illuminazione
La copertina del nuovo catalogo TECH19

Prendiamo l’ultima edizione del catalogo TECH: adesso che è stampata e profuma di inchiostro fresco tutto ok (al massimo ci accorgeremo di qualche piccolo refuso, sfuggito anche alla lettura più attenta), ma se pensiamo ad esempio a tutte le persone che ha coinvolto, si capisce che si tratta di un progetto notevole. Chi ci ha lavorato? Prima di tutto la direzione commerciale in stretto contatto con il reparto marketing e acquisti, poi i designer e l’ufficio tecnico, il fotografo e i grafici, lo stampatore. Ecco da dove si comincia: bisogna analizzare i dati di vendita, capire quali prodotti modificare, ampliare nelle loro finiture e modelli, togliere dalla gamma o, ancora più difficile, creare ex-novo… insomma rispondere ai segnali di mercato, alle richieste che spesso sono complesse, variabili da piazza a piazza. Nell’illuminazione, i modelli da proporre sono moltissimi, soprattutto se parliamo di un’azienda generalista come Rossini illuminazione che fa dell’ampiezza di gamma uno dei suoi punti di forza. Le categorie racchiuse nel catalogo TECH19 sono tante: LED, apparecchi a parete, plafone, sospensione e incasso, faretti, plafoniere, lampade e lampadari, sistemi e profili componibili, binari, tesata, lampade da tavolo e da terra, da ufficio, illuminazione per l’esterno, per il medicale, per il contract e via dicendo. E ogni prodotto, a sua volta, come minimo si declina in diverse dimensioni, finiture e colori, o anche con differenti fonti luminose (attacco tradizionale o con sorgente LED integrata?). Va da sé che organizzare migliaia di referenze in uno stampato facile da consultare e chiaro nelle informazioni richiede una notevole esperienza, mentre al tempo stesso si pensa a chi lo consulterà, sia come addetto ai lavori (elettricista, grossista, progettista, architetto), sia come consumatore finale.

L’elenco dei prodotti cambia spesso, stagione dopo stagione, così come cambiano i servizi pre-post vendita. Magari uno stampato Preview anticipa il catalogo generale, come è accaduto con il volume di giugno che anticipava le novità tecniche, o la brochure con i profili in alluminio e strip LED, che oggi sono personalizzabili al centimetro in 16 diversi tipi. Ecco, il catalogo generale approfondirà anche questi argomenti, dando seguito ad un primo livello di informazione: ciò significa essere costantemente “sul pezzo” nell’informare i clienti.

Ma torniamo alla produzione del catalogo: una volta terminato il difficile lavoro di selezione dei prodotti da presentare, si passa alla fase fotografica. Bisogna provvedere alla produzione del materiale fotografico per le nuove lampade e aggiornare le foto dei prodotti riproposti con nuove immagini tecniche ma anche con il reportage delle realizzazioni, che raccontano dove e come quel tal modello è stato utilizzato. Si tratta quindi di gestire e archiviare migliaia di file, non solo fotografici, ma anche di testo (italiano e inglese) che serviranno all’ufficio grafico per provvedere finalmente all’impaginazione. Al primo menabò* ne seguiranno molti altri, con correzioni di vario tipo: si ottimizzano i colori delle immagini fotografiche e dei campioni colore, se necessario si perfezionano con la post produzione, si apportano le correzioni ai testi e alle schede tecniche, si decide la sequenza delle pagine – che cambierà un sacco di volte insieme all’indice – prima di diventare definitiva. L’indice… diciamo pure “gli indici” che insieme alla parte introduttiva costituiscono un lavoro di impaginazione e di copy quasi a sé stante. Se poi l’indice è in una versione evoluta, perché fornisce tutta una serie di informazioni già nella classificazione, potete immaginare che impegno richiede.

Prove di stampa catalogo TECH19
Prove di fotolito (fase di pre-stampa) del catalogo TECH19

Il numero di pagine complessivo deve essere sempre un multiplo di 4, altrimenti non sarà possibile rilegare correttamente lo stampato. L’ultimo passaggio prima della macchina tipografica è la produzione di una copia-prototipo, detta “ciano” dal colore azzurro che presentava prima dell’avvento del digitale. Quando la “ciano” è approvata con un bel timbro che recita “visto – si stampi”, si mette in macchina il lavoro. Nella fase di stampa, foglio dopo foglio bisognerà controllare il risultato finale, accertandosi che la carta risponda al meglio agli inchiostri, perché può risentire anche del clima secco oppure umido. I fogli stampati si lasciano asciugare e poi si mandano in confezione per essere tagliati e rilegati con speciali cuciture sul dorso. Che emozione quando il nuovo catalogo arriva in consegna! Ma la sorpresa più grande è essere riusciti a stare nei tempi previsti.

Ecco tutto ciò che nasconde un catalogo Rossini Illuminazione o Plexiform: tanta passione, tanto impegno e naturalmente… tanta luce! A proposito, rimanete accesi, a breve un altro articolo per approfondire il nuovissimo catalogo TECH19 di Rossini Illuminazione!

*un termine utilizzato dai grafici e dai tipografi per indicare una bozza cartacea, deriva da “menare il bue”, ovvero fornire una direzione allo stampatore