Cristina non si chiama Cristina, all’anagrafe è Antonia; che è un nome bellissimo, ma se nel tuo ufficio altre due colleghe si chiamano come te, diventa complicato capire chi chiama chi… aggiungere un numero non è bello, come fai a dire Antonia1 Antonia2 e Antonia3? Serve un’idea.
A 18 anni Antonia inizia a lavorare in Rossini Illuminazione e in ufficio si usa indossare una spilla con il nome. A parte il fatto che le spille con il nome giusto eran finite da un pezzo, è pur vero che ce n’è una che avanza, con scritto “Cristina”. Detto fatto. La spilla Cristina diventa di Antonia e così Antonia diventa Cristina.
All’inizio per scherzo, poi per comodità, infine per davvero. Perché se inizi a rispondere al telefono o a presentarti ai nuovi clienti come Cristina, sei a tutti gli effetti Cristina. Anche quando Antonia per un certo periodo cambia lavoro, poi torna in azienda, continua ad essere Cristina.
Solo a casa c’è qualche problema: una volta le colleghe le mandano un mazzo di fiori ma la mamma di Antonia li manda indietro: “Il fiorista si è sbagliato, qui non abita nessuna Cristina…” E poi il marito: come mai un doppio nome? Ci sarà mica dietro qualche conturbante segreto?! Ma no, la colpa è della spilla, e poi Cristina suona proprio bene, è un nome con una bella storia. Sai che succede alla fine? Che Antonia diventa mamma e chiama la sua bimba… avete indovinato. Nel frattempo Antonia/Cristina procede spedita con il suo lavoro: calcola, sollecita, mette ordine e tiene tutto sotto controllo. Se ci fosse ancora la famosa spilla, ci sarebbe scritto: Cristina, sempre con il sorriso.