Cronaca da Euroshop, la fiera del comparto retail a Dusseldorf

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Si è tenuta a inizio Marzo in quel di Dusseldorf la fiera Euroshop, manifestazione internazionale dedicata al retail, quindi al settore arredo negozi e visual merchandising in ogni suo ambito e aspetto. Noi ci siamo stati, ovviamente con una particolare attenzione al mondo dell’illuminazione, e vi raccontiamo qualche trend e novità del mercato.

È sempre utile visitare le fiere più importanti del nostro settore, anche quando non ne facciamo parte. La fiera Euroshop, giunta alla sua diciannovesima edizione con una cadenza triennale, festeggiava i suoi 50 anni (portati benissimo). Una fiera che attrae un pubblico internazionale con un’altissima percentuale di decision maker del settore retail, oltre ad architetti, progettisti, designer e general contractor. Con una superficie totale espositiva di 127.000 mq, in cui hanno esposto più di 2.300 aziende provenienti da oltre 60 nazioni, gli ambiti dell’esposizione erano organizzati nelle categorie dallo Shopfitting e Store design, Pop Marketing, Expo & Event Marketing, Visual Merchandising, Food Tech & Energy Management, Retail Technology e ovviamente illuminazione.
Alla luce era dedicato un padiglione e mezzo, una nuova formula rispetto a quella degli anni precedenti, che vedeva il comparto luce disseminato per tutta la fiera. Un’esposizione decisamente più comoda e agevole per il visitatore, che poteva concentrare la visita alla fiera nelle aree di stretto interesse.

Se si parla di retail l’obiettivo oggi è quello di fornire negozi con personalità, veri, vivi, su misura e spesso unici: nei negozi sono spesso inseriti oggetti d’arte, si predilige l’uso di materiali naturali e di riciclo e si arriva anche ad offrire altri prodotti e servizi all’interno del punto vendita, allargandone il ruolo e la fruizione. La visita ad un negozio deve diventare innanzitutto un’esperienza: la narrazione e l’emozione entrano di diritto nella scelta delle soluzioni da adottare, nella decisione sui prodotti da esporre o sui concetti che un negozio (o una marca) vogliono trasmettere. Anche la luce ovviamente concorre a questo effetto e allo scopo primario dei punti vendita: far comprare.

In tema Retail, vogliamo condividere con voi due recenti progetti Plexiform: per l’Expert City di Cesano Maderno è stato utilizzato Trado, mentre per illuminare i prodotti di Sua Maestà Shoes, a Busca, ci è sembrata perfetta Futura nella variante sospensione. Li trovate nella gallery dopo il foto reportage di Euroshop!
L’ambito retail è un settore in crescita e in espansione per il comparto arredo – illuminazione, ma certamente non è uscito indenne dalla crisi e in particolare dalla concorrenza dell’e-commerce. Uno degli argomenti clou della manifestazione è stato sicuramente l’incontro/scontro con la tecnologia. Da un lato le armi ed espedienti di cui deve dotarsi un punto vendita per essere sempre più attrattivo e per vincere la concorrenza degli shop online; dall’altra l’integrazione, proprio all’interno del negozio, della tecnologia attraverso la digitalizzazione del processo d’acquisto o la luce digitale, per esempio. Sempre più vediamo il connubio e l’incontro tra luce e tecnologia. Da un lato sistemi di controllo della luce, come il sistema DALI e la domotica, dall’altro l’internet of things che ormai è una realtà che è entrata a far parte della nostra vita.

Quanto la luce possa influire nei processi d’acquisto è stato studiato e analizzato anche da un dipartimento di Zumtobel group, con una ricerca dal titolo Limbic Lighting. La ricerca, effettuata con la collaborazione di un’azienda di abbigliamento tedesca che si è prestata ad analizzare il comportamento dei suoi clienti presso i propri punti vendita, ha portato alla dimostrazione che la luce può influire sul processo d’acquisto di un consumatore. Creando diversi tipi di illuminazione all’interno degli showroom, si è indagato su quali sono i parametri della luce che hanno più effetto e su quali scenari luminosi risultino più efficaci a livello emotivo, a seconda di diverse tipologie di clienti. È emerso fra l’altro che bastano modifiche anche minime degli scenari, quasi impercettibili, per provocare reazioni assai differenti tra loro. E soprattutto che a diverse tipologie di consumatori si associano diversi progetti illuminotecnici. Luce, quindi, su misura per il cliente o la categoria di consumatori a cui si rivolge un brand.

Altro tema legato alla luce e al suo sviluppo in ambito tecnologico è l’IoT
, internet of things. Ovvero la possibilità di regolare gli apparecchi di illuminazione in considerazione della luce esterna. A momenti differenti della giornata (e quindi esigenze fisiche differenti delle persone) corrispondono diverse tipologie di luce. Si varia l’intensità dell’illuminazione o la tonalità di colore, prediligendo ad esempio una tonalità di luce fredda la mattina oppure una luce più soffusa e calda verso pomeriggio/sera. Particolarmente importanti, in ambito retail, sono gli studi sulla tonalità della luce e la resa del colore (indicata sugli apparecchi dal valore CRI, colour rendering index). Diverse aziende hanno presentato stand e allestimenti molto colorati, mostrando come talvolta persino con lo stesso apparecchio si possono creare scenografie di luce differenti, ottenendo effetti diversi sulla merce esposta. È il caso del bianco dinamico, ovvero la possibilità di miscelare diversi diodi all’interno del LED (quindi all’interno dello stesso apparecchio) e modularne la potenza, ottenendo così luce calda o fredda a seconda dell’esigenza specifica. Luce su misura, quindi, in tutti gli ambiti, per tutti i momenti della giornata e per tutte le tipologie di consumatore. La possiamo chiamare forse luce liquida?

 

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