Giovedì 19 Gennaio presso lo showroom Overlite si è inaugurata la mostra di Domenico David “A basso voltaggio,” a cura della Galleria Antonio Battaglia. L’inaugurazione è stata l’occasione per instaurare un dialogo sul ruolo della luce in pittura e sullo scambio tra arte figurativa e illuminotecnica. Nelle opere di David, infatti, la luce diventa determinante nella rivelazione di tutte le forme e la ricerca artistica del pittore è volta alla riscoperta della centralità della luce che, come ha raccontato nel suo intervento, viene ancora prima del colore.
La scelta dello showroom Overlite (parte di RossiniGroup) come location per il vernissage non è casuale. Con una superficie complessiva di 1400 mq e oltre 60 marchi d’illuminazione trattati è un’esposizione unica in città; il partner ideale per illuminare in modo adeguato le opere di Domenico David. E parlando di illuminazione e arte, spazi espositivi, quale miglior brand se non ERCO, uno dei leader di settore (tra gli altri progetti firmati dal brand tedesco citiamo il Duomo di Milano, la galleria degli Uffizi a Firenze e i Fori imperiali a Roma).
Da un lato, quindi, la luce in pittura: Domenico David racconta come la luce sia sempre stata fondamentale nell’arte figurativa. Con un excursus storico davvero interessante illustra, ad una platea incuriosita e interessata, il ruolo della luce dentro al quadro stesso, espresso dai colori e dalle pennellate sulla tela: da Giotto a Caravaggio, passando da Leonardo, Rembrandt per arrivare fino a Rothko. E osservando le sue opere, dove le forme sono astratte e sono fondamentalmente volumi di colore, il riferimento a Rothko emerge in modo chiaro e immediato. Ma David, da bravo professore qual è (è docente all’Accademia di Belle Arti di Brera), introduce anche il tema della luce in filosofia o anche semplicemente nella lingua italiana. Dal mito della caverna di Platone, al concetto di “fare luce” ovvero entrare, scoprire, svelare e rivelare la verità: perché prima del colore viene la luce e infine anche l’occhio umano che è lì a percepire non solo i colori, ma anche l’ombra.
Le opere di David sono illuminate nello showroom in modo magistrale da ERCO, azienda tedesca fondata nel 1934, che ha fatto dell’illuminotecnica la sua ragione d’essere. Come ci racconta Massimiliano Scaletti, responsabile tecnico dell’azienda nella sua sede italiana, la luce non è solo materia emotiva, ma è innanzitutto una scienza, una pratica che necessita studio e tecnica. Illuminare uno spazio espositivo o un’opera d’arte richiede il connubio tra il prodotto adeguato e la giusta progettazione, come può essere quella a cura del personale tecnico di Overlite in collaborazione con lo studio progettazione di ERCO. Le opere di David esposte sono illuminate attraverso alcuni proiettori a binario usati anche per l’illuminazione dell’interno del Duomo, prodotti che esaltano e fanno risaltare i giochi di luce e colore presenti sulle tele, facendo emergere anche le pennellate presenti sullo sfondo e dando una vera matericità e presenza quasi fisica e tridimensionale ai volumi dipinti su una superficie bidimensionale. Scaletti espone quindi le coordinate tecniche per valutare un prodotto illuminotecnico, coordinate che sono dettate anche dall’effetto che si vuole ottenere o dalle richieste della committenza. Elementi come la temperatura colore del LED, il fascio di apertura del flusso luminoso o l’utilizzo di accessori come i sagomatori per dare un’illuminazione quasi teatrale e maggiormente concentrata su alcuni dettagli. Spesso i progetti meglio riusciti sono frutto della collaborazione tra la progettazione e il lighting designer, come il caso dei Fori Imperiali dove a firmare il progetto c’erano niente meno che Francesca e Vittorio Storaro (tre volte premio Oscar). L’intervento si conclude con una carrellata sui progetti realizzati da Erco, non solo in ambito artistico (ci sono anche residenze private o spazi legati al retail come Apple store).
Le opere sono in mostra (e in vendita) presso lo showroom Overlite fino al 27 Febbraio. Da non perdere per chi desidera vivere la luce che si fa pittura e la pittura che si fa luce.