Alla casa di ringhiera ci si arriva con il tram

milano_casa_ringhiera

Rossini e Milano, storia di un grande amore nato quasi un secolo fa. Un mondo che si gira in tram, prima riscoprendo le radici, poi respirando tutta la luce del design.

Con il progetto dello stand a Euroluce (firmato dallo studio Lascia la Scia) abbiamo scelto di richiamare le radici, anche fisiche, alle origini del mondo Rossini Illuminazione. Tutto è nato in un’operosa Milano del ’29, una Milano in bianco e nero dove fatica e speranza convivevano nei quartieri più popolati e nelle celebri case di ringhiera che ospitavano famiglie unite dal mutuo soccorso del buon vicinato. Un palcoscenico ricco di personaggi famigliari: i venditori porta a porta di ghiaccio, i primi orientali con stendini di cravatte e foulard, gli addetti allo spegnimento delle lampade a gas, e così via.

Case piccole, lunghi balconi, minuscoli bagni esterni e cortili condivisi dove i più fortunati potevano lasciare la bicicletta, un vero lusso a quei tempi. Sembra impossibile, ma vicino al ponte della Ghisolfa si coltivavano i gigli da vendere al mercato e poco lontano c’era la vera campagna, con le fattorie dove comperare uova e latte appena munto.
E poi naturalmente il Duomo e la Galleria, i quartieri malfamati, le zone d’elite, le gite domenicali con l’abito buono e il caffè al bar come evento eccezionale. Ai ghisa (i vigili della polizia municipale) a Natale si lasciavano i regali ai piedi della pedana dove salivano per dirigere il traffico, perché di traffico, a Milano, ce n’è sempre stato parecchio, anche prima del boom economico degli anni Sessanta. I navigli erano affollati dalle imbarcazioni e sulle chiatte si potevano vedere casse riportanti il marchio A Ufo, cioè Ad usum fabricae: se il materiale era destinato alla costruzione del Duomo, allora non era soggetto al dazio… e questo ha dato origine al detto milanese “a ufo”, ovvero “a scrocco”.

Si potrebbe continuare all’infinito sulla scia nostalgica di una serenità semplice e perduta, ma anche sull’impegno di sbarcare il lunario imparando ad arrangiarsi; per ora invece ci focalizziamo sugli elementi che hanno ispirato pianta e alzato del nostro spazio espositivo ad Euroluce 2019, perché per noi rappresenta un’occasione importante per creare un momento di incontro allargato, con gli addetti ai lavori prima di tutto e con il nostro pubblico in generale. Dunque, abbiamo scelto un’ambientazione che si ispira alla di casa di ringhiera, mentre il tram sarà il nostro simbolico mezzo per fare un giro nel mondo Rossini dal 1929 ad oggi.

tram_milano

Nelle case di ringhiera si sviluppavano veri e propri universi in miniatura dove la vicinanza rafforzava – nel bene e nel male – i legami. Spesso si sentiva cantare, chiacchierare, alzar la voce… e il concetto di privacy non era proprio considerato fondamentale. Si parla quindi di condivisione, di rapporti personali, di storie intrecciate di generazione in generazione; tutto questo ci è sembrato molto vicino alla nostra storia. A ben vedere, anche nella vita di un marchio ci sono passaggi generazionali, storie di idee e prodotti, persone legate da un minimo-massimo comune denominatore, ci sono rapporti speciali fatti di amicizia e lavoro, ma anche momenti di disaccordo, perché no.

Intorno ad un’idea di cortile si snodano le nicchie espositive che ospitano le famiglie di prodotti; al centro uno spazio di aggregazione ed un allestimento che cita le famose ringhiere con i vasi di fiori, i tavoli e le sedie delle trattorie, sui muri le immagini in bianco e nero degli scorci della città. Come elemento scenografico, la pianta di Milano, già utilizzata come spunto “Made in Milano” nell’ultimo catalogo TECH; poi l’immagine di un tram classico, che ancor oggi rappresenta uno dei mezzi più utilizzati dai milanesi, abituati a muoversi con il trasporto pubblico, che conoscono a memoria in quasi tutte le fermate. In questa pianta si snodano simbolicamente le tappe della nostra storia, una cronaca molto personale che sottolinea i passaggi più importanti e le curiosità, passando per le persone, i prodotti e le novità, alle quali dedicheremo un altro articolo.

Ma ecco cosa ci raccontano le progettiste dello studio Lascia la Scia:

“La nostra idea è nata da una suggestione emersa dagli incontri con l’azienda Rossini illuminazione e da una frase che campeggia sul sito istituzionale ‘Dal 1929 la passione per la luce abita qui’. Abbiamo quindi voluto creare una casa nella quale abita la luce e dove si sviluppa la storia di RossiniGroup, che quest’anno oltre a presentare in fiera i prodotti in collezione, celebra anche l’importante anniversario dei novant’anni. E allora quale miglior elemento per raccontare l’abitare se non la casa? E quale tipologia edilizia è tanto milanese e tradizionale se non la casa di ringhiera? Vogliamo così ricordare il carattere elegante e la spazialità introversa di Milano, celebrando la sua struttura urbana di cortili chiusi e nascosti, tutti da scoprire.
Lo stand si snoda attorno ad un cortile, sul quale affaccia la balconata tipica della casa di ringhiera. Diventa così l’ambientazione perfetta per i prodotti della collezione outdoor e segue un percorso espositivo organizzato per poter proporre con la giusta enfasi le nuove collezioni e al contempo narrare la storia dell’azienda, non solo incentrata sul passato ma proiettata verso il futuro.
Milano è interpretata nel suo contrasto continuo tra artigianato e fabbrica tra innovazione e tradizione, tra materiali tradizionali accostati ad altri tech.
Le tonalità cromatiche di base dello stand e l’uso dei materiali fanno risaltare i volumi espositori dei prodotti: colori diversi per identificare le diverse applicazioni e tipologie delle collezioni in esposizione. Con questo progetto abbiamo voluto trasmettere la solidità di un gruppo italiano, storico all’interno del mercato di riferimento e allo stesso tempo proiettato verso un futuro con sempre maggiore specializzazione e customizzazione del prodotto.”