Mattia Aquila, che come noi interpreta la nostra luce.

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Mattia Aquila fotografo, qualche dato personale?
Sono un fotografo professionista classe 1986, specializzato in fotografia di design: che si tratti di prodotti, realizzazioni d’interni o architettura, tutto ciò che riguarda il design mi appassiona ed è alla base dei miei lavori fotografici. Il mio lavoro mi porta a viaggiare per tutta Italia ed anche all’estero, permettendomi di vedere posti unici e d’incontrare sempre persone nuove.

FotoMAttia

Quando hai iniziato a occuparti di fotografia e quando hai capito che si trattava di una passione e/o di una professione?
Mi sono interessato alla fotografia sin da bambino, a 6 anni avevo già una piccola polaroid con cui scattavo fotografie e per assecondare questa mia passione, successivamente, ho seguito un percorso di studi artistico culminato nella laurea in Fotografia. Posso quindi affermare di essere tra quei fortunati per cui la professione nasce da una vera e propria passione.

Hai iniziato subito da libero professionista oppure sei stato assistente di studio?
Durante gli anni universitari ho lavorato presso uno studio fotografico bresciano, una volta conseguita la laurea invece ho lavorato nell’editoria di interior design a Brescia e, grazie a questa esperienza, ho consolidato il mio interesse e le mie capacità in quello che poi è diventato il mio ambito di competenza. La scelta della libera professione è venuta da sé proprio perché apriva la strada a nuove opportunità di crescita personale e professionale. Il percorso è stato in salita, ma grazie ad una chiara visione aziendale che all’aspetto fotografico affianca quello commerciale sono riuscito a farmi strada in questo settore puntando sulla soddisfazione e fidelizzazione dei clienti.

C’è un’esperienza professionale che ricordi con particolare soddisfazione?
Sicuramente una delle più grandi soddisfazioni è stata la pubblicazione del primo editoriale sulla rivista AD Italia, una delle più qualificate nel settore. Era un traguardo che mi ero prefissato, ma non immaginavo che sarei riuscito a raggiungerlo così presto e questo mi ha molto emozionato e gratificato al tempo stesso.
AD ITALIA n.434 Ph.Mattia Aquila

Quando e come hai conosciuto RossiniGroup?
Io e la mia collaboratrice abbiamo incontrato Marco ed Elisa Rossini a Euroluce 2015. La mia collaboratrice, Sara Cozzoli, che si occupa di marketing e comunicazione, aveva selezionato in occasione della fiera alcune aziende particolarmente interessanti sulla base della nostra vision e mission e tra queste, appunto, c’erano Rossini e 929 Milano. Abbiamo colto al volo l’opportunità e siamo passati allo stand per mostrare una selezione dei miei lavori e lasciare una cartella di presentazione. Da lì è partito tutto, abbiamo svolto un secondo incontro, stavolta presso la sede RossiniGroup, con Marco Rossini e Nicola Pallotta, responsabile della grafica, e successivamente abbiamo iniziato la collaborazione fotografica.

Qual è il tuo approccio nel fotografare la luce? Lasci che sia lei ad ispirarti o preferisci interpretarla secondo una tua idea? Ma soprattutto, quanto conta la luce in un’immagine?
La luce nella fotografia è fondamentale ancor di più, a mio parere, dell’inquadratura. Nell’interior design lavoro preferibilmente con la luce naturale la quale, sebbene non possa essere gestita o controllata, funge da fonte d’ispirazione dando vita a fotografie d’atmosfera dalle sensazioni uniche. Le fotografie in studio invece prevedono la luce artificiale tramite flash, in questi casi il controllo della luce deve essere ottimale ed è necessario quindi predisporre l’illuminazione secondo schemi studiati per valorizzare i soggetti/oggetti.

Qual è il prodotto di RossiniGroup che ti ha ispirato particolarmente?
La lampada da parete Ben mi ha subito colpito per la rigorosità del design e l’originalità della sovrapposizione delle forme; avendola fotografata nella versione cromo devo ammettere che la finitura mi ha subito ispirato a livello fotografico proprio per le sue proprietà riflettenti. Ho trovato molto interessante anche il Dinamica rasato di Plexiform che con la sua semplicità, linearità e pulizia si presta davvero a molteplici soluzioni dal design sofisticato.

 

Nel tuo lavoro quanto c’è fra improvvisazione, riflessione e condivisione?
Credo che la riflessione sia imprescindibile per la realizzazione di immagini di livello nel settore dell’interior design e dello still-life. E’ importante ponderare le inquadrature non solo sulla base delle competenze tecniche e dell’ispirazione artistica, ma anche di una visione d’insieme che tenga conto della totalità di elementi e caratteristiche. Chiaramente la vena creativa, affinata dall’esperienza, può facilitare e velocizzare il riconoscimento di inquadrature particolarmente riuscite o scorci interessanti.

Domanda di rito: chi sono i tuoi modelli nella fotografia contemporanea, o del passato? Hai uno o più “idoli”?
Candida Hoefer su tutti, per la sua razionale pulizia dell’immagine e la totemicità che le sue fotografie trasmettono.
CANDIDA HOFER

Cosa pensi di questo momento, dove i social invitano (costringono?) ad esprimersi attraverso immagini del privato e non solo? E dove tutti si improvvisano fotografi? Trovi che social come instagram o pinterest o app che permettono di rielaborare foto con lo smartphone sviliscano il lavoro del fotografo o al contrario creino un rinnovato interesse verso la professione?
Ritengo che social networks e immagini abbiano in comune la comunicazione: da sempre le immagini sono state un mezzo di comunicazione e i social networks sono la versione 2.0 della comunicazione odierna. Il fatto dunque che i social networks stessi utilizzino vari linguaggi di comunicazione tra cui, sempre più, anche le immagini non mi stupisce; credo tuttavia che nonostante l’interesse eccessivo e maniacale della società non solo per l’immagine, ma anche per la condivisione, permanga un netto divario tra la professione fotografica e la realizzazione di immagini quotidiane a scopo di condivisione sociale. Innanzitutto le competenze tecniche e di studio alla base di una professione oltre che l’esperienza acquisita in anni sul campo impongono già una separazione, inoltre lo sguardo creativo che spesso distingue i veri professionisti del settore è cosa rara e non di certo imprescindibile per la realizzazione di immagini che attestano le proprie vicende quotidiane. Anche la conoscenza del photo-editing per un professionista è molto avanzata e sebbene siano sempre più presenti applicazioni di editing e filtri ad uso comune sono comunque soluzioni riduttive che si adattano più che bene per scopi social, ma che a livello professionale spesso fanno sorridere. Non credo tuttavia che l’utilizzo di immagini tramite social sia svilente rispetto alla mia professione, li vedo proprio come ambiti separati; altro discorso sarebbe da fare per chi si improvvisa fotografo e cerca di ricavare da un passatempo un guadagno, spesso sono proprio tali soggetti a svilire il mercato.

Qual è il committente ideale, che ti aiuta a dare il meglio? Riesci a coniugare le esigenze del marketing con la tua interpretazione creativa?
Chiaramente ho un stile fotografico che caratterizza a livello creativo i miei lavori e l’approccio artistico/creativo è certamente fondamentale dato che si tratta di realizzare scatti di oggetti o interni di design, tuttavia mi pongo sempre in maniera aperta nei confronti del committente delle immagini. E’ sempre necessario ascoltare le esigenze del cliente non soltanto per le esigenze stesse, che possono dare delle indicazioni preziose su come approntare il lavoro, ma anche perché bisogna tenere conto che il cliente è certamente colui che meglio conosce il suo prodotto o l’interno che ha realizzato e che quindi meglio ne comprende punti di forza e di debolezza ed è in grado di fornire informazioni utili per la riuscita del servizio fotografico. Certo la fiducia e una certa libertà d’azione nello svolgimento del mio lavoro, una volta ascoltate le direttive iniziali, sono per me imprescindibili perché mi consentono di esprimere al meglio le mie qualità e competenze.

In percentuale, quanto conta la post-produzione nel tuo lavoro?
Il photo-editing è certamente indispensabile nel mio lavoro, tuttavia contrariamente a quanto molti pensano non si possono fare i miracoli, dunque è sempre opportuno partire da un’immagine fotografica ben fatta. Probabilmente se dovessi azzardare una percentuale darei un 70% d’importanza al momento dello scatto durante lo shooting ed un 30% alla post-produzione.

Brevissimo questionario libero (tanks to Marcel Proust)

Bianco nero o colore?  Colore
Renzo Piano o Zaha Hadid? Renzo Piano
Libro o film? Film
Film preferito? Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders
E se fosse un libro? L’uccello che girava le viti del mondo di Murakami Haruki
Mare o monti? Mare
Agenda o tablet? Tablet
Ristorante o trattoria? Ristorante
Sport preferiti? Tennis, running e yoga
Caffè o tisana? Caffè
Borsa o zaino? Borsa
Museo che consiglieresti? Metropolitan Museum of Art New York

Un luogo che hai recentemente fotografato e che ti è rimasto nel cuore?
La riserva di Vendicari, caratterizzata da un paesaggio in continua trasformazione: dalla campagna, alla palude e non da ultimo spiaggia e mare.

Cosa ancora non hai fotografato e vorresti fotografare.    
Mi piacerebbe fotografare Chatsworth, dimora storica situata nel Derbyshire.

Come coniughi vita privata e lavorativa dal momento che Sara è tua collaboratrice e compagna?
Non è sempre facile poiché il rischio di portarsi a casa il lavoro e di parlarne sempre e comunque è concreto; anzi, il difficile è ritagliarsi degli spazi di tempo libero. Inoltre anche se ciascuno di noi ha il suo ambito di competenza non sempre si è concordi su come gestire certe situazioni e si possono generare tensioni, tuttavia devo ammettere che siamo entrambi abbastanza consapevoli da non farci influenzare dalle decisioni lavorative nella sfera privata.
C’è però un grande vantaggio che il lavorare a stretto contatto con la propria compagna comporta, ovvero il fatto di passare molto tempo insieme ed essere ambedue partecipi di una stessa realtà condividendo esperienze, nuove conoscenze e anche gestendo le preoccupazioni insieme, alleviando così lo stress e le frustrazioni.

Mattia Aquila

 Mattia e Sara