La luce aiuta a vendere?

Intro_binari-proitettoriLow3

Sicuramente il nostro punto di vista soffre di una leggera forma di deformazione “passionale” per la luce, ma ci sembra che ultimamente gli spot pubblicitari, così come i video musicali e gli spettacoli in genere (i talent, ad esempio), si affidino alla luce per farsi notare in un contesto particolarmente affollato di sollecitazioni visive. 

La luce è un elemento che già di per sé si presta a mille interpretazioni, mentre la tecnologia contribuisce senza sosta a migliorare creatività e spettacolarizzazione. Le tecniche di post produzione, la definizione di immagini che mixano contributi fotografici, riprese video ed effetti speciali, hanno allargato l’orizzonte di chi si occupa di pubblicità. Colui che sino a ieri era un semplice art director (non ce ne vogliano gli amici delle agenzie) che doveva concordare un visual con l’altra metà della coppia creativa, ovvero il copy, oggi si ritrova a proporre al cliente prodotti molto vicini all’arte multimediale.

Anche i dispositivi di ultima generazione (TV al plasma, schermi tondi, tablet e mobile che si evolvono velocemente), vengono ideati e progettati in modo da poter essere utilizzati per sfruttare al meglio e in tutte le sue forme soprattutto la luce.

Ma la luce, si sa, non è bramata solo dagli amanti della fotografia. La luce è psichedelica, è magica. E’ in grado di rendere stupefacente anche la cosa più banale. Questo l’ha capito molto bene una nota azienda automobilistica (Audi) che fa del suo nuovo spot un gioco di luci lungo trenta secondi. Linee, tunnel, palazzi di luci che si intrecciano e si confondono fino a convergere nell’auto che, alla fine dello spot, tutti desidererebbero avere in garage.

E se anche uno dei gruppi musicali più famosi al mondo, come i Coldplay, preferisce magie di luce a prosperose fanciulle per il suo video musicale, qualcosa vorrà dire. In “The speed of sound” le luci danzano accompagnate dalla voce di Chris Martin e diventano sempre più intense e dinamiche man mano che la musica si accende, appunto.  Ma la luce non è solo poesia. La luce serve anche, e forse soprattutto, a vendere. In un punto vendita la corretta illuminazione assume un ruolo fondamentale, sia per attrarre l’attenzione dei potenziali clienti, sia per valorizzare la merce. Lo sapevate che le macellerie utilizzano un’illuminazione dalla temperatura di colore calda (3000/3200K), proprio per esaltare le tonalità del rosso della carne? O che nei negozi di abbigliamento invece è consigliato un prodotto con CRI (indice di resa cromatica) attorno al 90, che consente di rendere in modo realistico le reali colorazioni dei tessuti e la loro differenza?

Il prodotto Rossini perfetto per un negozio? Sicuramente MAYA: proiettore LED per binario trifase. È disponibile in tre diverse dimensioni e relative potenze (13W, 25W e 32W), in temperatura colore calda (3000K) e fredda (4000K). Con un accessorio è possibile persino cambiare il fascio di apertura della luce, dallo standard a 40° per arrivare ai 10° e 20°. Potete scegliere anche il colore dell’apparecchio: grigio o bianco. Da montare su un binario trifase compatibile già installato in un punto vendita o per il nostro binario GROOVE, disponibile in versione a soffitto o a incasso. La luce ha il grande dono di rendere migliore ciò che si presenta davanti ai nostri occhi e come ben sappiamo nei centri commerciali cambia per esaltare le caratteristiche del prodotto esposto: i gioielli brillano particolarmente, alcuni alimenti hanno colori più invitanti, persino la frutta sembra più matura e il pesce più fresco.

La luce può infine essere tante cose: quella dei raggi di sole che ci svegliano al mattino, quella che vediamo sul palcoscenico quando si apre il sipario, quella che ci invade quando siamo ad un concerto o quella che illumina i nostri Pc a lavoro. Ma, in qualsiasi forma, la luce ha il potente dono di rendere più attraente tutto ciò che sfiora.

Join the discussion

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *