ROSSINiLLUMINA » CENTRALE HOME https://www.rossinigroup.it/blog/ Mon, 15 Jul 2019 13:53:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.1.24 Novant’anni e un restyling https://www.rossinigroup.it/blog/novantanni-e-un-restyling/ https://www.rossinigroup.it/blog/novantanni-e-un-restyling/#comments Thu, 11 Apr 2019 13:32:36 +0000 https://www.rossinigroup.it/blog/?p=2059 “Per generare rami vigorosi, occorre avere radici profonde e noi, da quasi un secolo, illuminiamo il mondo delle persone.”


Apriamo con una frase che ben rappresenta la nostra mission, coerente con il percorso evolutivo che approda quest’anno nel nostro Novantesimo (1929-2019!). Fra le tante attività che abbiamo voluto organizzare per festeggiare questo importante anniversario, abbiamo pensato di celebrare il nostro storico marchio con un restyling, per sottolineare il passaggio verso una nuova realtà, di gruppo e non solo. Abbiamo optato per una revisione piuttosto importante – che però non ha snaturato la nostra essenza – in linea con la visione a lungo raggio che stiamo adottando nelle politiche commerciali e di immagine. Per molti anni i nostri cataloghi, la nostra modulistica, la nostra “pubblicità” e più recentemente la nostra comunicazione digitale, ha portato la firma di un Rossini composto da un simbolo e dalle lettere disposte su due piani e inclinate, come a voler rappresentare la dinamicità e la forza di un’azienda in costante movimento. Ogni lettera di Rossini, circoscritta da un rettangolo di fondo, appoggiava sulla parola “illuminazione”, con i colori istituzionali del blu e del nero. A completare l’immagine istituzionale, la “R” disegnata come una freccia, o meglio ancora come un nastro che indicava la parola chiave della marca. E, giusto per condividere i termini tecnici, è bene ricordare che il “marchio” è il simbolo che accompagna il “logotipo” (ovvero le lettere che formano il nome dell’azienda) ed insieme formano la Marca, che può anche completarsi di un payoff, cv covvero di una frase (slogan, motto) che chiarisce l’ambito di attività o la mission. Ricordate? KRAFT: cose buone dal mondo.
Ma torniamo al presente: i nuovi linguaggi e i nuovissimi strumenti di comunicazione hanno modificato quelle che fino ad una ventina di anni fa erano le regole intoccabili del Manuale di Corporate Image: strutture rigide, poche varianti consentite, esempi di applicazione limitate al cartaceo. Oggi invece è necessario avere maggior flessibilità, perché un marchio trova applicazioni molto diverse. Un esempio su tutti è costituito dal sito web che, dovendo essere consultato da mobile, deve preferire la massima leggibilità di tutte le informazioni, proprio a partire dal marchio aziendale.

Rossini Group Rossini illuminazione Rossini illuminazione con claim Rossini illuminazione con claim in inglese Marchio Rossini Marchio Rossini

Ecco quindi che nella progettazione grafica/pubblicitaria “moderna”, la sintesi e la chiarezza sono elementi imprescindibili, pur dovendo garantire un corretto livello di caratterizzazione. Come si ottiene il mix ideale quindi? Prima di tutto con la scelta di un font equilibrato fra pieni e vuoti, maiuscole e minuscole, ascendenti, per equilibrare visivamente la struttura finale, che si completa con la nuova “R” inserita al negativo in un disco di colore blu. La lunghezza delle parole interessate (Rossini – Group – Illuminazione) ci ha fatto decidere per un maiuscolo/minuscolo, mantenendo così una certa leggerezza d’insieme e in generale un tono più frendly. È sparita la punta finale della freccia, non perché non ci piacesse ma perché ci siamo resi conto che, ad una prima lettura da parte di chi non ci conosce, poteva ricordare un altro settore di attività. Per sottolineare invece il nostro legame con la luce, ecco che entra in gioco il payoff: la luce nel DNA, anche nella declinazione anglosassone Light on our DNA. Ci prenderemo la libertà di utilizzarlo o meno, forse in alcuni casi anche di cambiarlo… e lo decideremo secondo i vari contesti: istituzionali, promozionali, commerciali. Lo stesso vale per la struttura, che funziona bene sia in linea continua che su due righe. Come dicevamo poc’anzi, flessibilità organizzata!
Una nota infine sulla scelta dei colori istituzionali: dando per scontato (perché verificate sin da subito), che tutte le soluzioni funzionano sia in positivo che in negativo, su fondo bianco e su fondo nero e/o strutturato, abbiamo voluto mantenere nero e blu come colori aziendali fra passato e futuro: il nero come grande classico ed un nuovo blu, più luminoso; come sfondo principale utilizzeremo il bianco, a volte alcune tonalità di grigio, quando serve maggior forza di penetrazione, ancora il nero.
Infine, per concludere il tema a noi molto caro di marchio / logotipo / marca, un ultimo accenno al logo del nostro Novantesimo che ci accompagnerà per tutto il 2019: un numero importante e come tale trattato nelle dimensioni e nella composizione, che si completa con le due date storiche: 1929 e 2019. Un anniversario che poche aziende nel settore dell’illuminazione possono spendere e che a noi fa particolarmente piacere celebrare. Il percorso non è stato sempre facile, tantomeno automatico. Per noi è particolarmente calzante la metafora del viaggio, perché di questo si è trattato: un viaggio iniziato quasi un secolo fa e che oggi è ben lontano dal concludersi… abbiamo in testa nuove tappe, nuovi percorsi e nuovi compagni di viaggio. E allora per chiudere ecco un’altra citazione, questa volta del grande T.S. Eliot: “Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta”.

logo novantesimo rossini

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Technical / Office&Efficiency https://www.rossinigroup.it/blog/technical-officeefficiency/ https://www.rossinigroup.it/blog/technical-officeefficiency/#comments Wed, 19 Jul 2017 13:13:56 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1513 Sistemi d’illuminazione per ambienti di diverse tipologie. Comfort visivo per il mondo office, versatilità ed efficienza per il settore retail.

La novità più importante del nuovo catalogo Plexiform è rappresentata dalla suddivisione in quattro aree di utilizzo. Una di queste è il Technical, che suggerisce soluzioni per gli ambienti e le applicazioni più disparate, dall’office al retail, passando anche per l’ambito domestico. La dinamica degli spazi di lavoro e di vendita è flessibile, poiché legata a molti fattori: tipologia e dimensione dell’ambiente, postazioni operative, aree comuni e spazi di rappresentanza. Pluma, Sofy, le nuove versioni di Cielo e Tesis con l’applicazione del Sistema 9; nei prodotti technical un elemento imprescindibile detta e comanda la scelta, il comfort visivo: per una luce qualitativa e al servizio di chi ne fruisce. E ora qualche informazione in più sulla nostra selezione di prodotti Technical, anche se il nuovissimo catalogo generale propone ben 20 prodotti fra novità assolute e modelli super collaudati, la tradizione dei sistemi di luce made in Plexiform.

Intanto le parole chiave che caratterizzano questo capitolo: versatilità, luce morbida e indiretta, ottica antiriflesso, film antiabbagliamento, modularità, UGR, comfort visivo, sistema. Ecco allora che troviamo Pluma, apparecchio LED biemissione, per installazione stand alone a sospensione, composto da una cornice il alluminio estruso e da uno schermo in PMMA trasparente che, grazie ad una microincisione a laser, da spento risulta trasparente e da acceso diventa un volume solido di un bianco pieno. Poi abbiamo Sofy, apparecchio a LED monoemissione con luce morbida in virtù dello schermo microprismato centrale, adatto all’installazione ad incasso su controsoffitti modulari con struttura a vista e ad incasso in cartongesso. Il corpo quadrato è in lamiera d’acciaio verniciato bianco con diffusore in PMMA ed effetto tutta luce. Poi ecco Cielo, un prodotto essenziale che, nella nuova versione con l’applicazione della lente S9, ha un’emissione luminosa puntuale (fascio luminoso di 30°) ma mai abbagliante, grazie alla struttura del modulo S9, composta da una lente in policarbonato trasparente che garantisce una bassa luminanza con un eccezionale comfort visivo (UGR<9). Il prodotto ideale in luoghi di lavoro e uffici con presenza di videoterminali. Infine abbiamo Tesis, storico apparecchio della collezione Plexiform, proposto nella versione LED o fluorescente e anch’esso nella nuova versione con modulo S9. Corpo illuminante monoemissione o biemissione, particolarmente indicato anche per configurazioni a sistema, per installazione a sospensione, a soffitto oppure a parete e nelle famiglie Tesis Piantana e Tesis Incasso. Il corpo, semplice e lineare, è in alluminio estruso e si sviluppa in lunghezza. Naturalmente, qui vi abbiamo dato le caratteristiche principali, ma consultando il catalogo troverete tutte le altre informazioni in merito a materiali, installazioni, applicazioni, sorgenti, elettrificazioni, emissioni luminose, normative e configurazioni custom.

 

Foto di Mattia Aquila

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Architectural / Design&Light https://www.rossinigroup.it/blog/architectural-designlight/ https://www.rossinigroup.it/blog/architectural-designlight/#comments Tue, 04 Jul 2017 08:08:32 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1489 L’estetica del design è fattore sostanziale. Luce che disegna gli spazi e definisce i volumi.

Nel nuovo catalogo Plexiform, Architectural è un capitolo dedicato alla progettazione che coinvolge figure professionali come architetti, lighting designer e rivenditori specializzati oppure, perché no, soluzioni per progetti che nascono dalla collaborazione di tutti questi soggetti. Remo, Eiffel, Rift, Sistema9 e Folio sono alcuni dei prodotti Architectural che offrono soluzioni flessibili e collaudate, particolarmente indicate quando l’estetica del design è fattore sostanziale nella costruzione di uno spazio e coniuga performance luminosa ad un gusto estetico tutto italiano. Per un prodotto che è protagonista, non solo per la sua resa luminosa ma anche, e soprattutto, per la sua forma. Vediamo un esempio calzante con la realizzazione alle porte di Milano, dove non distante dall’area che nel 2015 ha ospitato Expo e per la precisione a Pero, è stato realizzato un complesso residenziale composto da due palazzi per un totale di 58 appartamenti. L’illuminazione del complesso (Residenza La Quercia) è stata curata e firmata da RossiniGroup (Rossini Illuminazione e Plexiform) su progetto architettonico e illuminotecnico di Masterplanstudio.

In particolare, dal catalogo Plexiform è stata selezionata la famiglia Dinamica, perfetta per illuminare l’ingresso e per le ampie metrature delle scale, sottolineate dalle linee geometriche e nette dei corpi ad incasso.

Ph.MattiaAquila-046b     Ph.MattiaAquila-043      Ph.MattiaAquila-044

Gli apparecchi sono stati installati a parete, seguendo una disposizione geometrica ma non rigorosa, che gioca proprio con la fantasia del progettista e la componibilità del prodotto, sottolineandone la dinamicità. Flessibilità d’installazione, un’emissione luminosa diretta ma non abbagliante, una disposizione che segue l’andamento dei gradini: gli apparecchi disegnano e sottolineano il passaggio da un piano all’altro e le linee geometriche e spigolose della struttura, richiamate anche dalla disposizione delle lastre in serizzo del pavimento all’ingresso. Per una luce architetturale, che definisce i volumi e disegna gli spazi, accompagnando il fruitore (in questo caso i residenti del complesso) nel suo percorso e nel suo cammino. Una tipica funzione dei tagli di luce, che sono particolarmente indicati laddove gli spazi sono ampi e i confini poco definiti, utili ad accompagnare il fruitore nel suo percorso, ad illuminare e al contempo a rassicurare.

Progetto location di Masterplanstudio srl
Foto di Mattia Aquila

Abbiamo citato alcuni prodotti di spicco nel capitolo Architectural; ecco quindi una gallery di Remo, Eiffel, Rift, Sistema9 e Folio.

Plexiform.it

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Una storia da copertina https://www.rossinigroup.it/blog/una-storia-da-copertina/ https://www.rossinigroup.it/blog/una-storia-da-copertina/#comments Thu, 22 Jun 2017 09:14:17 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1468 Nella copertina del nuovo catalogo si racconta una piccola storia: c’era una volta la “i” di Plexiform che, anche se non è l’iniziale del marchio, è comunque un elemento importante. Un po’ perché è in mezzo alla parola e dà un bel ritmo quando la leggi, un po’ perché rappresenta due elementi che caratterizzano la luce Plexiform di oggi: la linea e il punto. La linearità dei profili in alluminio e dei sistemi da un lato, la base storica da cui partiamo e la tradizione che i nostri prodotti continuano a portare avanti; il punto del LED dall’altro, la fonte luminosa da cui oggi nascono i progetti e si concepiscono gli apparecchi. La solidità e la concretezza dell’alluminio, insieme all’impalpabilità e alla leggerezza della luce. 

Oggi Plexiform vuole essere questa “i”.

Lineare, salda e coerente, ma al contempo giovane, dinamica e versatile. Vuole essere questo “pallino”, anzi ne vuole essere quattro contemporaneamente. I quattro pallini che spiccano e illuminano con la varietà del loro colore l’uniforme tappeto grigio che si vede in copertina. Le quattro anime del nuovo catalogo Plexiform: quattro punti fermi, eppure proiettati verso il futuro.

Plexiform c’è. Con un nuovissimo catalogo e 4 sezioni di prodotto indirizzate alla progettualità.

La gamma di circa 50 famiglie di prodotto è suddivisa in quattro aree di destinazione, che naturalmente possono anche interagire fra loro secondo le diverse esigenze progettuali. Il mercato del settore illuminotecnico richiede sempre più spesso supporti alla progettazione e prodotti flessibili. In questo catalogo, Plexiform ha focalizzato il target e i contenuti dedicati, ponendosi alcune domande che potessero concretizzare le esigenze dalla fase di progetto fino ai suggerimenti di utilizzo.

ARCHITECTURAL

L’estetica del design è fattore sostanziale. Luce che disegna gli spazi e definisce i volumi.
Un capitolo dedicato alla progettazione, che sia a cura di un architetto, di un lighting designer o di un rivenditore specializzato o, perché no, un progetto nato dalla collaborazione di tutti questi soggetti. Remo, Eiffel, Rift, Sistema9 e Folio sono alcuni dei prodotti architectural che offrono soluzioni flessibili e collaudate, particolarmente indicate quando l’estetica del design è fattore sostanziale nella costruzione di uno spazio, coniugando performance luminosa ad un gusto estetico tutto italiano. Per un prodotto che è protagonista, non solo per la sua resa luminosa ma anche, e soprattutto, per la sua forma.

Remo-Plexiform

TECHNICAL

Sistemi d’illuminazione per ambienti di diverse tipologie. Comfort visivo per il mondo office, versatilità ed efficienza per il settore retail.
Un capitolo che suggerisce soluzioni per gli ambienti e le applicazioni più disparate, dall’office al retail, passando anche per l’ambito domestico. La dinamica degli spazi di lavoro e di vendita è flessibile, poiché legata a molti fattori: tipologia e dimensione dell’ambiente, postazioni operative, aree comuni e spazi di rappresentanza. Pluma, Sofy, le nuove versioni di Cielo e Tesis con l’applicazione del Sistema 9; nei prodotti technical un elemento imprescindibile detta e comanda la scelta, il comfort visivo. Per una luce qualitativa e al servizio di chi ne fruisce.

Pluma-Plexiform

INDUSTRIAL

Il progetto richiede precisi requisiti tecnici. Concetti chiave: relamping, grandi aree, efficienza energetica.
Un capitolo di soluzioni rivolte al mondo industriale, dove è necessario elaborare grandi progetti per grandi spazi con prodotti collaudati. I plus imprescindibili? Ottima resa luminosa, efficienza energetica e solidità degli apparecchi, senza dimenticare l’impatto visivo. Nest, Cool e Pencil coniugano questi valori, per applicazioni in spazi produttivi, magazzini, condomini e ovunque servano soluzioni tecniche specifiche e nel rispetto delle normative vigenti.

Nest-Plexiform

HEALTHCARE

Il settore che richiede prodotti dedicati. Voce del verbo ben-essere, luce al servizio della persona.
Un capitolo dedicato a un settore che più di altri richiede prodotti dedicati e capacità progettuale specifica, con apparecchi selezionati per favorire la qualità della luce (e quindi della vita) in ambienti protetti. Il concetto di luce al servizio della persona trova in prodotti come Natura, Hacca e Synto la risposta corretta alla nuova concezione di un’illuminazione che deve prima di tutto “amare” il fruitore. Una luce funzionale… ma chiamiamola pure accogliente ed emotiva, soprattutto quando è calata in luoghi di cura e contesti delicati.

Cool

La nuova filosofia Plexiform determina cosa, come e perché.

Cosa offrire in relazione al catalogo prodotti, ovvero varietà, ricerca tecnologica e rapporto qualità-prezzo.
Come interagire con il mercato attraverso un centro produttivo italiano, i servizi e gli strumenti di progettazione e di comunicazione, digitali e non. Com’è il caso del catalogo, rigorosamente cartaceo.
Perché dialogare costantemente con il target, nella consapevolezza che programmazione e analisi portano alla costante evoluzione di domanda e offerta, in un scambio reciproco fra azienda e cliente che diventa così dialogo costruttivo, in un momento particolare per dinamiche di mercato e non solo.

Ecco quindi un catalogo un completamente rinnovato nell’aspetto e nel contenuto, che mostra non solo i prodotti, ma anche le loro funzioni, i dettagli tecnici, gli ambiti di applicazione, le realizzazioni. Il concetto di servizio trova in questo volume un’applicazione concreta.

Scarica qui il nuovo catalogo Plexiform.

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Euroluce – Noi non ci saremo. Perchè? https://www.rossinigroup.it/blog/euroluce-noi-non-ci-saremo-perche/ https://www.rossinigroup.it/blog/euroluce-noi-non-ci-saremo-perche/#comments Mon, 03 Apr 2017 12:44:05 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1449 Un po’ ve l’abbiamo raccontato l’anno scorso in presa diretta cosa significhi partecipare ad una fiera internazionale di illuminazione. Cosa significa farlo a livello organizzativo per un’azienda ancora e soprattutto d’impronta familiare, giunta “solo” alla sua terza generazione (solo se si considera che è stata fondata nel lontano 1929), e cosa significa anche a livello strategico, come investimento e filosofia aziendale.

Non siamo impazziti. Quest’anno non abbiamo cambiato pensiero, né filosofia, ma semplicemente la modalità per attuarla. L’internazionalizzazione è una leva fondamentale nel mercato/panorama odierno ed è assolutamente da perseguire. Le fiere sono tuttora un valido strumento nella ricerca di nuovi clienti o nel consolidamento di rapporti commerciali già esistenti. Sono anche un’importante vetrina per mostrare le novità aziendali in tema di prodotti, tecnologie e tendenze. Un’occasione per fare relazione, per intessere rapporti e, perché no, anche per scambiarsi consigli con i colleghi delle aziende competitor o per studiare i trend dettati dai grandi nomi dell’Olimpo del design.

Ecco perché alle fiere importanti di settore non manchiamo mai (qui il resoconto della nostra visita alla recente Euroshop di Dusseldorf). Ma ecco anche perché abbiamo deciso di NON esserci alla prossima (imminente) edizione di Euroluce 2017, nell’ambito del Salone del Mobile. Non siamo scaramantici, non saltiamo l’anno per via della sua numerazione. Né crediamo che l’internazionalizzazione si persegua solo nelle kermesse fuori dal suolo italiano (ancora un po’ di sano patriottismo ci impedisce di pensarlo). Semplicemente una scelta strategica che affonda i suoi perché su alcuni numeri e sul concetto di glocalizzazione.

Partiamo dalla glocalizzazione. Non seguirà un’invettiva contro la globalizzazione, per carità, ma un semplice concetto, ovvero quello del “rapporto a chilometro zero” o rapporto glocal. Abbiamo deciso, per il biennio 2016 – 2017, di partecipare al format di fiera Architect@work. All’attivo abbiamo l’edizione di Vienna (12 e 13 ottobre 2016), quella di Milano (23 e 24 Novembre 2016) e infine quella di Londra (25 e 26 Gennaio 2017). Per il futuro ne stiamo pianificando una in Germania e forse in Francia.
Un format di fiera molto semplice ma al contempo vincente e, come detto, “locale”. Ecco perché ci è piaciuto da subito. La fiera consiste nel racchiudere in due mezze giornate di esposizione (orario pomeridiano fino alle 20, per venire incontro anche alle esigenze dei professionisti del settore) tutto il mondo legato alla progettazione. Come espositori sono coinvolti brand nel comparto edilizio (arredo, rivestimenti, infissi, materiale termo idraulico e apparecchi di illuminazione, ovviamente) rispettando delle quote per settore merceologico. Come visitatori sono coinvolti i professionisti legati al mondo della progettazione (architetti, interior designer, progettisti e installatori). Gli stand sono uguali per tutti nella metratura (molto democratica in questo senso) e nelle regole: per poter partecipare i prodotti esposti devono essere prima valutati e approvati da una commissione tecnica, che ne garantisce la reale natura innovativa.

La località della fiera consiste proprio nella possibilità di intessere rapporti one-to-one con i professionisti che la visitano e che spesso gravitano professionalmente nella città di riferimento, anche se accade frequentemente che i progetti su cui lavorano hanno respiro internazionale (è soprattutto il caso dell’edizione di Londra). Ecco perché è una fiera glocal a tutti gli effetti!
Ovviamente per una realtà aziendale come la nostra gli investimenti da effettuare vanno calibrati e ponderati. Obiettivo dichiarato e imprescindibile rimane comunque quello dell’internazionalizzazione. È cambiato invece il come perseguirlo. Decisione strategica di quest’anno è stata quindi quella di partecipare a questo format di fiera, a discapito di altre manifestazioni sempre dal respiro internazionale ma più grandi ed economicamente più impegnative, e investire nelle risorse umane che gravitano nel mondo dell’export (recente l’assunzione nella nostra squadra di un export manager di gruppo e di un back office che fosse in grado di dialogare in quattro lingue di ambito europeo).

Obiettivo nostro aziendale, per il 2017, è aprire mercati che ancora ci conoscono poco, come il mercato tedesco e quello francese, con un occhio sempre rivolto anche a realtà del medio oriente (uno su tutti il Qatar) e gli Emirati Arabi Uniti, con progetti che spesso nascono e si sviluppano in collaborazione con studi di progettazione basati su Londra, Milano o in Germania. Il mercato inglese, intanto, cresce e si sviluppa di anno in anno con un peso quasi del 40% sul fatturato estero di gruppo e una crescita nell’ultimo biennio sempre a doppia cifra. Obiettivo del 2017 è di arrivare a 1,5 milioni di fatturato per il comparto estero e le premesse ci sono tutte…

Insomma obiettivi ambiziosi, idee illuminanti, energie sempre fresche e organizzazione liquida e dinamica. Queste le parole chiave del nostro international 2017!

 

 

 

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Cronaca da Euroshop, la fiera del comparto retail a Dusseldorf https://www.rossinigroup.it/blog/cronaca-da-euroshop-la-fiera-del-comparto-retail-a-dusseldorf/ https://www.rossinigroup.it/blog/cronaca-da-euroshop-la-fiera-del-comparto-retail-a-dusseldorf/#comments Thu, 30 Mar 2017 13:29:39 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1432 Si è tenuta a inizio Marzo in quel di Dusseldorf la fiera Euroshop, manifestazione internazionale dedicata al retail, quindi al settore arredo negozi e visual merchandising in ogni suo ambito e aspetto. Noi ci siamo stati, ovviamente con una particolare attenzione al mondo dell’illuminazione, e vi raccontiamo qualche trend e novità del mercato.

È sempre utile visitare le fiere più importanti del nostro settore, anche quando non ne facciamo parte. La fiera Euroshop, giunta alla sua diciannovesima edizione con una cadenza triennale, festeggiava i suoi 50 anni (portati benissimo). Una fiera che attrae un pubblico internazionale con un’altissima percentuale di decision maker del settore retail, oltre ad architetti, progettisti, designer e general contractor. Con una superficie totale espositiva di 127.000 mq, in cui hanno esposto più di 2.300 aziende provenienti da oltre 60 nazioni, gli ambiti dell’esposizione erano organizzati nelle categorie dallo Shopfitting e Store design, Pop Marketing, Expo & Event Marketing, Visual Merchandising, Food Tech & Energy Management, Retail Technology e ovviamente illuminazione.
Alla luce era dedicato un padiglione e mezzo, una nuova formula rispetto a quella degli anni precedenti, che vedeva il comparto luce disseminato per tutta la fiera. Un’esposizione decisamente più comoda e agevole per il visitatore, che poteva concentrare la visita alla fiera nelle aree di stretto interesse.

Se si parla di retail l’obiettivo oggi è quello di fornire negozi con personalità, veri, vivi, su misura e spesso unici: nei negozi sono spesso inseriti oggetti d’arte, si predilige l’uso di materiali naturali e di riciclo e si arriva anche ad offrire altri prodotti e servizi all’interno del punto vendita, allargandone il ruolo e la fruizione. La visita ad un negozio deve diventare innanzitutto un’esperienza: la narrazione e l’emozione entrano di diritto nella scelta delle soluzioni da adottare, nella decisione sui prodotti da esporre o sui concetti che un negozio (o una marca) vogliono trasmettere. Anche la luce ovviamente concorre a questo effetto e allo scopo primario dei punti vendita: far comprare.

In tema Retail, vogliamo condividere con voi due recenti progetti Plexiform: per l’Expert City di Cesano Maderno è stato utilizzato Trado, mentre per illuminare i prodotti di Sua Maestà Shoes, a Busca, ci è sembrata perfetta Futura nella variante sospensione. Li trovate nella gallery dopo il foto reportage di Euroshop!
L’ambito retail è un settore in crescita e in espansione per il comparto arredo – illuminazione, ma certamente non è uscito indenne dalla crisi e in particolare dalla concorrenza dell’e-commerce. Uno degli argomenti clou della manifestazione è stato sicuramente l’incontro/scontro con la tecnologia. Da un lato le armi ed espedienti di cui deve dotarsi un punto vendita per essere sempre più attrattivo e per vincere la concorrenza degli shop online; dall’altra l’integrazione, proprio all’interno del negozio, della tecnologia attraverso la digitalizzazione del processo d’acquisto o la luce digitale, per esempio. Sempre più vediamo il connubio e l’incontro tra luce e tecnologia. Da un lato sistemi di controllo della luce, come il sistema DALI e la domotica, dall’altro l’internet of things che ormai è una realtà che è entrata a far parte della nostra vita.

Quanto la luce possa influire nei processi d’acquisto è stato studiato e analizzato anche da un dipartimento di Zumtobel group, con una ricerca dal titolo Limbic Lighting. La ricerca, effettuata con la collaborazione di un’azienda di abbigliamento tedesca che si è prestata ad analizzare il comportamento dei suoi clienti presso i propri punti vendita, ha portato alla dimostrazione che la luce può influire sul processo d’acquisto di un consumatore. Creando diversi tipi di illuminazione all’interno degli showroom, si è indagato su quali sono i parametri della luce che hanno più effetto e su quali scenari luminosi risultino più efficaci a livello emotivo, a seconda di diverse tipologie di clienti. È emerso fra l’altro che bastano modifiche anche minime degli scenari, quasi impercettibili, per provocare reazioni assai differenti tra loro. E soprattutto che a diverse tipologie di consumatori si associano diversi progetti illuminotecnici. Luce, quindi, su misura per il cliente o la categoria di consumatori a cui si rivolge un brand.

Altro tema legato alla luce e al suo sviluppo in ambito tecnologico è l’IoT
, internet of things. Ovvero la possibilità di regolare gli apparecchi di illuminazione in considerazione della luce esterna. A momenti differenti della giornata (e quindi esigenze fisiche differenti delle persone) corrispondono diverse tipologie di luce. Si varia l’intensità dell’illuminazione o la tonalità di colore, prediligendo ad esempio una tonalità di luce fredda la mattina oppure una luce più soffusa e calda verso pomeriggio/sera. Particolarmente importanti, in ambito retail, sono gli studi sulla tonalità della luce e la resa del colore (indicata sugli apparecchi dal valore CRI, colour rendering index). Diverse aziende hanno presentato stand e allestimenti molto colorati, mostrando come talvolta persino con lo stesso apparecchio si possono creare scenografie di luce differenti, ottenendo effetti diversi sulla merce esposta. È il caso del bianco dinamico, ovvero la possibilità di miscelare diversi diodi all’interno del LED (quindi all’interno dello stesso apparecchio) e modularne la potenza, ottenendo così luce calda o fredda a seconda dell’esigenza specifica. Luce su misura, quindi, in tutti gli ambiti, per tutti i momenti della giornata e per tutte le tipologie di consumatore. La possiamo chiamare forse luce liquida?

 

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Perché produciamo alcuni prodotti in Cina: totale trasparenza come segno di rispetto verso i propri clienti. https://www.rossinigroup.it/blog/perche-produciamo-alcuni-prodotti-in-cina-totale-trasparenza-come-segno-di-rispetto-verso-i-propri-clienti/ https://www.rossinigroup.it/blog/perche-produciamo-alcuni-prodotti-in-cina-totale-trasparenza-come-segno-di-rispetto-verso-i-propri-clienti/#comments Thu, 23 Mar 2017 08:33:50 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1416 In un mercato sempre più volubile, lavoriamo per creare e produrre con stabilità e continuità, alla ricerca del prodotto perfetto… dove per “perfetto” intendiamo con il corretto rapporto qualità-prezzo. Produrre oggi, sia in Italia che all’estero, non significa semplicemente mandare un oggetto in catena di montaggio; significa raccordare numerosi elementi economici, qualitativi, distributivi, fiscali e amministrativi. Chi decide di portare avanti un progetto imprenditoriale oggi sa che dovrà affrontare molti aspetti, anche non semplici. I media generalisti, negli ultimi anni, hanno dedicato le prime pagine alla delocalizzazione della produzione come fatto negativo a prescindere, come anello di congiunzione fra una certa situazione politica e un malcontento generale indotto dalla fatidica crisi (mondiale). La possibilità di essere tutti opinionisti, in diretta sui social soprattutto, ha enfatizzato alcuni concetti generali anche quando non vi era la necessaria competenza nel trattare alcuni argomenti di per sé molto complessi. La Cina, protagonista assoluta di questa visione, è passata dall’essere vista come un partner commerciale interessante per stringere accordi bilaterali, al nemico da combattere nella corsa al ribasso. Sicuramente possono valere entrambi gli estremi, ma rimane sensata l’idea di considerare il percorso intermedio fra potenza costruttiva e avversario sleale.
Le condizioni di lavoro e il livello di retribuzione dei paesi asiatici sono ben lontane dalla nostra realtà, ma è pur vero che l’inarrestabile crescita economica attesta una realtà importante: la curva è ancora in salita e la capacità di costruire un grattacielo in 6 mesi deve far riflettere: il modello cinese di retribuzione è fortemente basato sulla produttività e (senza volerlo considerare giusto o sbagliato), ciò comporta una forza produttiva analoga a ciò che il nostro Paese ha vissuto negli anni del boom economico nazionale. La crescita ha portato anche a un’evoluzione delle competenze della manodopera: grazie al fatto che molti impianti sono stati importati dall’Europa, compresa la formazione del personale e il controllo qualità in loco, il livello si è alzato e consente di non perdere le commesse. Senza contare che anche in Cina la preparazione professionale di tecnici e ingegneri è intesa come un patrimonio sul quale investire: innovazione e tecnologie proprietarie non possono che aumentare la credibilità delle risorse e migliorare i modelli di produzione e di esportazione. Un altro fattore che influenza l’economia di scala è il costo dell’energia: in Cina l’elettricità costa fino a 5 volte meno rispetto all’Italia – che rimane uno dei paesi europei con il costo più elevato – e anche se in questo momento vi è carenza di produzione di energia dovuta alla domanda in costante crescita, si tratta di un valore che ovviamente influenza positivamente il comparto industriale.

Il progetto strategico cinese sembra avere come obiettivo principale rivestire il ruolo di “grande produttore a servizio del mondo”. È chiaro che il prezzo competitivo è la leva principale dello sviluppo economico a doppio senso: la Cina produce molto, noi acquistiamo molto, il consumatore finale ha a disposizione un’ampia scelta di prodotti ideati, ingegnerizzati e distribuiti in Italia. E quando il prodotto è Made in Cina, noi lo dichiariamo nel rispetto della legge anzitutto, ma in primo luogo per informare correttamente il nostro Cliente.

Inoltre, la capacità di reagire velocemente alle richieste del mercato è un plus che comanda i più grandi meccanismi commerciali, in ogni settore: dalla moda all’automotive, dalle telecomunicazioni all’elettronica, passando soprattutto per i beni a largo consumo. La Cina moderna – rapportata al mercato odierno – non può essere relegata al ruolo di terzista, ma va intesa come un attore in grado di modificare il panorama mondiale dell’industria e dell’innovazione, fra l’altro in tempi sempre più veloci. Come dire: da imprenditori illuminati, converrà conoscere meglio, piuttosto che ignorare, una potenza in grado di modificare le regole, se non addirittura di crearle su proprio modello. Ma come si è arrivati a questo stadio? La crescita economica cinese inizia nel 1978, quando lo stato abbandona la chiusura economica e politica per tendere verso le opportunità di un mercato libero. Ad un anno di distanza vengono introdotte le “Special Economic Zone”, aree del territorio entro le quali le fabbriche che ricevevano commissioni dall’estero venivano avvantaggiate fiscalmente. Negli anni Novanta vengono poi istituite le “Technology Developed Zones”, aree in cui si tendeva a sviluppare le attività di ricerca e sviluppo, anche servendosi di finanziamenti dall’estero. Queste aree comprendevano un polo universitario dedicato alla ricerca, un centro d’innovazione tecnologica e un’impresa commerciale per la produzione e la vendita dei prodotti nati dalla ricerca congiunta di questi enti.
L’innovazione, il cambiamento, la ricerca… ancora una volta sono queste le parole chiave della crescita economica e produttiva: dal 1980 sino ai primi anni del 2000 (stime della Banca Mondiale), la Cina ha registrato un incremento medio annuo del PIL pari al 10%; secondo IHS Global Insight intorno al 2010 la produzione manifatturiera mondiale era coperta per il 19,8% dalla produzione della Cina, un dato veramente significativo.
Pianificazioni economiche precise e normative che hanno regolato molti aspetti (come il controllo della crescita demografica), hanno reso la Cina uno dei paesi più ricchi di prospettive economiche di tutto il mondo, superando anche gli Stati Uniti, che secondo le analisi della Global Insight avevano mantenuto il primato di produzione manifatturiera mondiale per 110 anni prima del sorpasso.  Il valore assoluto da perseguire è “prodotto con un perfetto rapporto qualità-prezzo”, ma nel frattempo il consiglio è imparare a valutare un prodotto per quello che è, analizzando soprattutto il suo prezzo sul mercato. Se una lampada ha un patrimonio di design, ricerca, personalizzazione artigianale e qualità industriale, allora rappresenta adeguatamente il sistema dei valori della marca, indipendentemente da dove viene costruita. Ciò vale anche per il costo: il consumatore oggi può facilmente comparare i prezzi di prodotti simili fra loro e verificare la credibilità dell’azienda che li sta proponendo.

 

Riassumendo: per noi produrre in Cina alcuni modelli significa progettare in Italia design e concept, trovare un partner cinese affidabile (è vero, non tutti lo sono) che li possa costruire in esclusiva, in tempi ragionevoli e a costi interessanti. I nostri partner commerciali hanno un referente europeo interno, che può dialogare facilmente con il nostro ufficio tecnico risolvendo il problema linguistico e culturale. Noi vogliamo essere trasparenti: i nostri prodotti hanno sempre segnalata la provenienza dell’apparecchio, com’è giusto e corretto dal punto di vista normativo. E oggi facciamo anche di più, raccontandovi alcuni prodotti che da tempo sono realizzati nella Repubblica Popolare Cinese, e personalizzati dal nostro logo, che ne attesta la “paternità”, ovvero:

. Argo

. Kora

. Fringe

. Login

Tutti prodotti di ottima fattura, come dimostrano le vendite e il costante apprezzamento degli addetti ai lavori che li scelgono e li utilizzano quotidianamente: questo a dimostrazione che Italia e Cina, forse, oggi non sono poi così lontane!

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La luce aiuta a vendere? https://www.rossinigroup.it/blog/la-luce-aiuta-a-vendere/ https://www.rossinigroup.it/blog/la-luce-aiuta-a-vendere/#comments Tue, 21 Feb 2017 09:04:06 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1405 Sicuramente il nostro punto di vista soffre di una leggera forma di deformazione “passionale” per la luce, ma ci sembra che ultimamente gli spot pubblicitari, così come i video musicali e gli spettacoli in genere (i talent, ad esempio), si affidino alla luce per farsi notare in un contesto particolarmente affollato di sollecitazioni visive. 

La luce è un elemento che già di per sé si presta a mille interpretazioni, mentre la tecnologia contribuisce senza sosta a migliorare creatività e spettacolarizzazione. Le tecniche di post produzione, la definizione di immagini che mixano contributi fotografici, riprese video ed effetti speciali, hanno allargato l’orizzonte di chi si occupa di pubblicità. Colui che sino a ieri era un semplice art director (non ce ne vogliano gli amici delle agenzie) che doveva concordare un visual con l’altra metà della coppia creativa, ovvero il copy, oggi si ritrova a proporre al cliente prodotti molto vicini all’arte multimediale.

Anche i dispositivi di ultima generazione (TV al plasma, schermi tondi, tablet e mobile che si evolvono velocemente), vengono ideati e progettati in modo da poter essere utilizzati per sfruttare al meglio e in tutte le sue forme soprattutto la luce.

Ma la luce, si sa, non è bramata solo dagli amanti della fotografia. La luce è psichedelica, è magica. E’ in grado di rendere stupefacente anche la cosa più banale. Questo l’ha capito molto bene una nota azienda automobilistica (Audi) che fa del suo nuovo spot un gioco di luci lungo trenta secondi. Linee, tunnel, palazzi di luci che si intrecciano e si confondono fino a convergere nell’auto che, alla fine dello spot, tutti desidererebbero avere in garage.

E se anche uno dei gruppi musicali più famosi al mondo, come i Coldplay, preferisce magie di luce a prosperose fanciulle per il suo video musicale, qualcosa vorrà dire. In “The speed of sound” le luci danzano accompagnate dalla voce di Chris Martin e diventano sempre più intense e dinamiche man mano che la musica si accende, appunto.  Ma la luce non è solo poesia. La luce serve anche, e forse soprattutto, a vendere. In un punto vendita la corretta illuminazione assume un ruolo fondamentale, sia per attrarre l’attenzione dei potenziali clienti, sia per valorizzare la merce. Lo sapevate che le macellerie utilizzano un’illuminazione dalla temperatura di colore calda (3000/3200K), proprio per esaltare le tonalità del rosso della carne? O che nei negozi di abbigliamento invece è consigliato un prodotto con CRI (indice di resa cromatica) attorno al 90, che consente di rendere in modo realistico le reali colorazioni dei tessuti e la loro differenza?

Il prodotto Rossini perfetto per un negozio? Sicuramente MAYA: proiettore LED per binario trifase. È disponibile in tre diverse dimensioni e relative potenze (13W, 25W e 32W), in temperatura colore calda (3000K) e fredda (4000K). Con un accessorio è possibile persino cambiare il fascio di apertura della luce, dallo standard a 40° per arrivare ai 10° e 20°. Potete scegliere anche il colore dell’apparecchio: grigio o bianco. Da montare su un binario trifase compatibile già installato in un punto vendita o per il nostro binario GROOVE, disponibile in versione a soffitto o a incasso. La luce ha il grande dono di rendere migliore ciò che si presenta davanti ai nostri occhi e come ben sappiamo nei centri commerciali cambia per esaltare le caratteristiche del prodotto esposto: i gioielli brillano particolarmente, alcuni alimenti hanno colori più invitanti, persino la frutta sembra più matura e il pesce più fresco.

La luce può infine essere tante cose: quella dei raggi di sole che ci svegliano al mattino, quella che vediamo sul palcoscenico quando si apre il sipario, quella che ci invade quando siamo ad un concerto o quella che illumina i nostri Pc a lavoro. Ma, in qualsiasi forma, la luce ha il potente dono di rendere più attraente tutto ciò che sfiora.

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La luce si fa pittura. La pittura si fa luce. https://www.rossinigroup.it/blog/la-luce-si-fa-pittura-la-pittura-si-fa-luce/ https://www.rossinigroup.it/blog/la-luce-si-fa-pittura-la-pittura-si-fa-luce/#comments Fri, 03 Feb 2017 09:41:06 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1388 Giovedì 19 Gennaio presso lo showroom Overlite si è inaugurata la mostra di Domenico David “A basso voltaggio,” a cura della Galleria Antonio Battaglia. L’inaugurazione è stata l’occasione per instaurare un dialogo sul ruolo della luce in pittura e sullo scambio tra arte figurativa e illuminotecnica. Nelle opere di David, infatti, la luce diventa determinante nella rivelazione di tutte le forme e la ricerca artistica del pittore è volta alla riscoperta della centralità della luce che, come ha raccontato nel suo intervento, viene ancora prima del colore.

La scelta dello showroom Overlite (parte di RossiniGroup) come location per il vernissage non è casuale. Con una superficie complessiva di 1400 mq e oltre 60 marchi d’illuminazione trattati è un’esposizione unica in città; il partner ideale per illuminare in modo adeguato le opere di Domenico David. E parlando di illuminazione e arte, spazi espositivi, quale miglior brand se non ERCO, uno dei leader di settore (tra gli altri progetti firmati dal brand tedesco citiamo il Duomo di Milano, la galleria degli Uffizi a Firenze e i Fori imperiali a Roma).

Da un lato, quindi, la luce in pittura: Domenico David racconta come la luce sia sempre stata fondamentale nell’arte figurativa. Con un excursus storico davvero interessante illustra, ad una platea incuriosita e interessata, il ruolo della luce dentro al quadro stesso, espresso dai colori e dalle pennellate sulla tela: da Giotto a Caravaggio, passando da Leonardo, Rembrandt per arrivare fino a Rothko. E osservando le sue opere, dove le forme sono astratte e sono fondamentalmente volumi di colore, il riferimento a Rothko emerge in modo chiaro e immediato. Ma David, da bravo professore qual è (è docente all’Accademia di Belle Arti di Brera), introduce anche il tema della luce in filosofia o anche semplicemente nella lingua italiana. Dal mito della caverna di Platone, al concetto di “fare luce” ovvero entrare, scoprire, svelare e rivelare la verità: perché prima del colore viene la luce e infine anche l’occhio umano che è lì a percepire non solo i colori, ma anche l’ombra.

Le opere di David sono illuminate nello showroom in modo magistrale da ERCO, azienda tedesca fondata nel 1934, che ha fatto dell’illuminotecnica la sua ragione d’essere. Come ci racconta Massimiliano Scaletti, responsabile tecnico dell’azienda nella sua sede italiana, la luce non è solo materia emotiva, ma è innanzitutto una scienza, una pratica che necessita studio e tecnica. Illuminare uno spazio espositivo o un’opera d’arte richiede il connubio tra il prodotto adeguato e la giusta progettazione, come può essere quella a cura del personale tecnico di Overlite in collaborazione con lo studio progettazione di ERCO. Le opere di David esposte sono illuminate attraverso alcuni proiettori a binario usati anche per l’illuminazione dell’interno del Duomo, prodotti che esaltano e fanno risaltare i giochi di luce e colore presenti sulle tele, facendo emergere anche le pennellate presenti sullo sfondo e dando una vera matericità e presenza quasi fisica e tridimensionale ai volumi dipinti su una superficie bidimensionale. Scaletti espone quindi le coordinate tecniche per valutare un prodotto illuminotecnico, coordinate che sono dettate anche dall’effetto che si vuole ottenere o dalle richieste della committenza. Elementi come la temperatura colore del LED, il fascio di apertura del flusso luminoso o l’utilizzo di accessori come i sagomatori per dare un’illuminazione quasi teatrale e maggiormente concentrata su alcuni dettagli. Spesso i progetti meglio riusciti sono frutto della collaborazione tra la progettazione e il lighting designer, come il caso dei Fori Imperiali dove a firmare il progetto c’erano niente meno che Francesca e Vittorio Storaro (tre volte premio Oscar). L’intervento si conclude con una carrellata sui progetti realizzati da Erco, non solo in ambito artistico (ci sono anche residenze private o spazi legati al retail come Apple store).

 

Le opere sono in mostra (e in vendita) presso lo showroom Overlite fino al 27 Febbraio. Da non perdere per chi desidera vivere la luce che si fa pittura e la pittura che si fa luce.

 

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La biomimetica, una scienza nuova. https://www.rossinigroup.it/blog/la-biomimetica-una-scienza-nuova/ https://www.rossinigroup.it/blog/la-biomimetica-una-scienza-nuova/#comments Thu, 27 Oct 2016 07:59:16 +0000 https://rossinigroup.it/blog/?p=1365 “La biomimetica è la scienza che si occupa dello studio del trasferimento di processi biologici dal mondo naturale a quello artificiale. L’uomo si ispira alla natura e mimandola trova soluzioni ai più svariati problemi.
Il primo in assoluto a riferirsi alla biomimetica è stato Leonardo Da Vinci, quando nei suoi studi sulle macchine volanti prendeva ad esempio il volo degli uccelli; un altro esempio di biomimetica è il tetto del Crystal Palace di Londra, costruito a metà del XIX secolo dall’architetto e botanico Joseph Paxton e ispirato alla Victoria Amazonica, una pianta appartenente alla famiglia delle ninfee. Ma dalla rivoluzione industriale ad oggi, lo scenario è inevitabilmente cambiato perché i progressi maturati nell’ambito delle nuove tecnologie propongono nuove prospettive di relazioni tra design e biologia e offrono nuovi possibili percorsi di interpretazione della natura.”
(Roberto Panzarani su centodieci.it)

Nasce la prima pianta bioluminescente, ispirata alle meduse e alle lucciole.
“Col tempo abbiamo progressivamente rimosso noi stessi dal mondo naturale e rinnegato la dipendenza da esso. La scienza, che inizialmente ha spinto verso questo processo di separazione, ora sta provando che, di fatto, le conseguenze di questo, possono essere dannose per noi così come per la biosfera. Per il nostro benessere è fondamentale ricostruire una connessione con la natura, in tutti i suoi aspetti sostenibili, portandola nelle città e nei suoi edifici in tutti i modi possibili, e al contempo accrescere il senso di urbanità.”
(Peter Buchanan, Synchronizing with nature / DAmagazine, Autunno 2014).

Se c’è un designer che ha impostato il proprio lavoro in questa direzione, credendo fortemente nel valore della luce e nell’importanza dell’illuminazione per il vivere quotidiano, questi è Dean Roosegaarde.
Olandese, ha stupito tutti progettando un percorso ciclabile illuminato da migliaia di pietre scintillanti ispirato alla Notte Stellata di Van Gogh, inaugurato ad Eindhoven per il “Van Gogh International Theme Year 2015”.
Il concetto, che ispira profondamente ogni suo lavoro, si concentra sulla volontà di creare situazioni urbane dove natura e tecnologia possano convivere per creare dimensioni sempre più vicine al sentimento e all’interazione. Naturalmente questi temi ben si sposano con l’esigenza, sempre più forte, di risposte sostenibili ed ecologiche in ambito artistico, architettonico, urbanistico (e quindi sociale). Da questo punto di vista, anche la tecnologia non è più fine a se stessa, semplice strumento di automazione, ma si trasforma da “mezzo” a “fine”. Il percorso progettuale si inverte e, se prima si individuava un’idea e poi si ricercava un modo per attuarla, ora si disegna uno scenario nuovo, ispirato proprio dai mezzi che lo renderanno attuabile. Si deve invertire, di conseguenza, anche il binomio civiltà-ambiente. Ormai obsoleto il modello di città che nasce ai margini della natura, limandone gli spazi e aggredendone i confini, per attivare invece il concetto di natura che condiziona il progetto materiale. Ciò avviene in una dimensione innovativa: la natura non è più solo una fonte d’ispirazione estetica (il periodo Liberty, ad esempio), ma cede sistemi, organismi e soluzioni già presenti biologicamente. Nasce così la Biomimetica, un metodo di studio, di osservazione, una materia scientifica che cerca di raggiungere delle soluzioni sostenibili alle continue sfide di innovazione e sviluppo, emulando modelli, forme e strategie del mondo naturale.

E’ in questo ambito che il già citato Roosegaarde decide di approfondire gli studi sulla possibilità di sfruttare la capacità naturale di alcuni animali, come le meduse e le lucciole, di emettere luce senza alcun utilizzo di stimoli elettrici esterni o di luce ultravioletta. Il primo risultato, nato grazie alla collaborazione fra il designer, la State University di New York e il centro di ricerca Bioglow Tech, ha portato alla creazione di una piantina bioluminescente; l’effetto è sbalorditivo, lo stelo e le foglie della piccola pianta, modificata geneticamente introducendo DNA di batteri elettroluminescenti all’interno del genoma di una pianta comune, emettono un leggero bagliore luminescente. Va da sé che un eventuale sviluppo e potenziamento di tale progetto è destinato a rivoluzionare tutto il mondo del lighting design.

Il Glowing Nature Paint
Ma c’è un altro progetto che il designer olandese – evidentemente affascinato, diremmo ossessionato dal tema della luce in natura – sta mettendo a punto con il nome di Glowing Nature Paint. Si tratta di una vernice biologica che, applicata alla corteccia dell’albero e sulle foglie, li rende luminescenti. Questa vernice biologica, innocua per l’albero, durante il giorno si ricarica per poi emettere una luce bioluminescente nelle ore notturne.


-“Bioluminescent forest” opera di Tarek Maward e  Friedrich van Schoor.-

L’ispirazione è nata dalle particolari specie di funghi (ad esempio il Neonothopanus gardneri, uno dei più grandi e luminosi tra i funghi fluorescenti), che nelle ore notturne emettono luminescenza per attirare gli insetti e rendere così più efficiente la diffusione delle spore.
Ma al di là dei progetti più o meno fattibili, da questi dati emerge la chiara volontà, ormai diffusa fra i più visionari addetti alla progettazione urbana, di recuperare quanto di straordinario esiste in natura per un utilizzo autenticamente rivolto al benessere e alla sostenibilità. Se, come ci auguriamo, siamo ancora lontani dalla dead line di vivibilità del nostro pianeta, questa è certamente la strada da imboccare per realizzare progetti sensati; e non dimentichiamo cosa scrisse Albert Einstein: “Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già inventata”.

E se lo diceva lui…

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